Wednesday, November 28, 2007

E-Polis - Svolta al comando - Strumento di Dell'Utri azionista di maggioranza

Rigotti annuncia: E-Polis“strumento” di Dell'UtriGrauso accusa Cipriani“voltagabbana di gomma»
di Giorgio Melis
È ufficiale: i quotidiani E-Polis sono «lo strumento d'informazione» dei Circoli del Buon Governo costituiti da Marcello Dell'Utri. Non è gossip, un'indiscrezione o un'ipotesi generica. Bensì un dato di fatto, formalizzato domenica dall'editore Alberto Rigotti (ha comprato i due terzi di E-Polis da Nicola Grauso) nella convention a Montecatini, dove Dell'Utri ha presentato la sua formazione: col braccio di Berlusconi sulle spalle.
Reazione durissima di Grauso. Verso Rigotti. Ma avvelenata contro il direttore Antonio Cipriani. Lo accusa di comportarsi come un servile voltagabbana, rinnegando - per mantenere la poltrona con Rigotti-Dell'Utri - le sue posizioni politiche, sempre in sintonia col Pci-Ds. Cipriani era redattore dell'Unità prima e poi, negli ultimi mesi di vita prima della chiusura, a L'Ora, giornale storico della sinistra a Palermo: dove incontrò l'editore cagliaritano che, dopo il tracollo del quotidiano siciliano, lo arruolò per la sua nuova iniziativa, alla quale aveva lavorato per anni in silenzio.
È una svolta di nuovo drammatica per i 15 quotidiani E-Polis: il nuovo editore li ha dichiarati ufficialmente come organo informativo del movimento politico, nel discorso pronunciato alla convention di Montecatini. Radio Radicale ne ha documentato lo svolgimento in audio e video.
Era chiaro, e lo si era subito detto, che gli acquirenti del gruppo avessero anche un'evidente e prevalente motivazione politica. Il “cambio” era inevitabile. Ma si riteneva sarebbe arrivato con maggior graualità e stile, senza sbandamenti sopra le righe. I segnali della svolta, con una linea capovolta rispetto ai primi tre anni, si erano moltiplicati e fatti via via sempre più palesi. Culminati nel numero di lunedì con le prime due pagine del notiziario nazionale dei quotidiani dedicate alla presentazione dei Circoli di Dell'Utri e al primo congresso del partito fondato da Storace dopo la rottura con An e Fini. Berlusconi si era equamente diviso fra i due appuntamenti.
La scelta radicale a destra e all'ultradestra aveva creato grandi maldipancia e disagio nelle redazioni. Ma Cipriani non aveva fatto una piega nella sua determinazione di andare avanti nella fulminea marcia di avvicinamento alle nuove posizioni: opposte a quelle concordate e mantentute con Grauso dal settembre 2004. Il malessere si è ora accentuato perchè i “quotidiani indipendenti” sono stati targati, etichettati, embedded dallo stesso editore. Domenica Rigotti ha spiegato che «con Marcello» (Dell'Utri) era alla ricerca di uno strumento per «arrivare ai lettori con la carta stampata», ovunque. Meglio con un free-press diffuso in tutta Italia, fuori dal circuito delle edicole. Rigotti ha chiarito che «l'occasione si è presentata con E-Polis», ideale per avere «uno strumento informativo» già su piazza in 15 edizioni (le ha nominate una per una, senza citare le due sarde) e che Dell'Utri vuole portare a «cento testate, una per ogni campanile».
La sortita di Rigotti è passata inizialmente inosservata. Ma l'ascolto di Radio Radicale ha chiarito oltre ogni dubbio che si era trattato di un'auto-iscrizione dei giornali nel movimento di Dell'Utri. Cancellando ogni dubbio, benché pochi ce ne fossero, che il gruppo è ormai poco editoriale e soprattutto politico: schierato, dichiarato, benché con la stessa direzione. Una mossa davvero singolare, ai limiti dell'autolesionismo, che pare abbia molto contrariato per primo lo stesso Dell'Utri. Mai Berlusconi ha indicato e rivendicato per le sue reti televisive, telegiornali e giornali un ruolo di servizio per Forza Italia. Semmai l'ha negato oltre ogni evidenza, sostenendo anzi (a parte Il Giornale di famiglia) che fossero egemonizzati da giornalisti di sinistra che gli «remavano contro». Targare politicamente un gruppo editoriale appena acquisito, declassarlo a “strumento” di un movimento-partito è quanto di più sbagliato: può renderlo più appetibile per l'elettorato di riferimento ma lo rende non credibile come fornitore di notizie “indipendenti”.
La vicenda non va affatto sottovalutata perché l'acquisto e ora il deragliamento dei quotidiani E-Polis rientra in una strategia a largo spettro condotta da un personaggio come Marcello Dell'Utri. Nonostante i processi e le condanne (da ultimo quella in primo grado a Palermo per collusione con la mafia e tentativi di delegittimare i pentiti che l'accusavano), Dell'Utri continua ad avere un forte ruolo: si tratta comunque di un personaggio e di un manager cui tutti riconoscono grandissime capacità organizzative e intuito politico. Fondatore di Publitalia (la vera macchina da guerra di Fininvest-Mediaset) e di Forza Italia con Berlusconi, da molti mesi è in freddo se non in rotta col Cavaliere. Il suo nuovo simil-partito è collateral-conflittuale con i Circoli della Libertà, creati da Michela Vittoria Brambilla, la nuova pupilla di Berlusconi. Che ha a lei affidato (oltre una tv disposizione) un ruolo apicale in Forza Italia. Con notoria insofferenza e risentimento di Dell'Utri e di tutti i big di Forza Italia per la non resistible ascesa della parvenue sotto l'ala del Cavaliere.
Come risposta a quello che molti ritengono uno snaturamento dell'originaria Forza Italia, Dell'Utri ha messo in campo i Circoli del Buon Governo: rilanciando un movimento e una sigla di 13 anni fa, quando la presentò anche a Cagliari: ospite della villa di Grauso. Berlusconi ha parzialmente messo il cappello sull'iniziativa, benché in netto dissenso da lui. Perché in questo momento - sperando ancora nelle elezioni anticipate - deve ecumenicamente e opportunisticamente giocare su tutte le sponde. Brambilla, Dell'Utri, Storace e chiunque possa tornargli utile nella battaglia contro Prodi ma anche contro Fini e Casini. Il gruppo E-Polis è una delle carte su cui Dell'Utri ha puntato: certamente non sarà felice che Rigotti l'abbia alquanto sputtanata, presentandola con un house organ anziché una catena di giornali senza specifica etichetta.
Il primo a reagire è stato Nicola Grauso, che in una dichiarazione alle agenzie ha contestato a Rigotti che si definiscano «i quotidiani che ho creato come “strumento” di un'organizzazione politica … Ne determina uno stravolgimento degli obiettivi statutari. Tale collocamento annunciato di E-Polis (che peraltro appartiene ad altri soci, ai lettori e alla redazione) ad una formazione politica, ne pregiudica la qualità di organo di stampa indipendente». Grauso spiega che Rigotti ha pieno diritto ad aderire a uno schieramento politico, «ma la sua personale collocazione» non poteva essere estesa all'arruolamento dei giornali come strumento dei Circoli di Dell'Utri. In contrasto con «le dichiarazioni fatte a suo tempo dallo stesso Rigotti, spiegando che E-Polis sarebbe rimasto indipendente».
Ma molto più aspre, anche in termini personali, le accuse mosse da Grauso a Cipriani. Gli ha inviato una comunicazione indirizzata “Al direttore dell'organo ufficiale del Buon Governo”, contestandogli un'assoluta mancanza di coerenza e lealtà: «Storace ti direbbe: “dritta la schiena, Cipriani!”». I rapporti tra Grauso e il suo ex direttore si stavano guastando da tempo. L'editore contestava a Cipriani d'aver tentato di accreditarsi come “inventore” dei quotidiani. Sarebbero davvero stravaganti affermazioni. Tutti, nel gruppo, fino al più giovane dei redattori e impiegati, sapevano e vedevano che ogni minimo dettaglio, oltre la strategia gestita in assoluta solitudine, era dettato da Grauso che si occupava di tutto, pubblicità inclusa. Esclusa la gestione editoriale nella quale non ha mai messo becco: se non per ottenere la collaborazione ai giornali di prestigiosi intellettuali e giornalisti di sinistra, da Valentino Parlato in giù.
Da oltre un mese, Grauso aveva manifestato quasi incredulità e grande dissenso verso Cipriani - suo fedele e docile esecutore anche nella grafica, dettata assieme a Sergio Juan, un brillantissimo creativo argentino, affermatosi a Barcellona - per il suo atteggiamento. Cipriani si allineava acriticamente a posizioni opposte a quelle fin lì sostenute. Giustificandosi - afferma Grauso - con la necessità di «salvare i ragazzi», ovvero i redattori. Con molti dei quali, specie i più dotati di personalità maturata in precedenza, con qualche forza contrattuale rispetto ai giovanissimi arruolati alla grande, aveva rapporti conflittuali e punitivi. Grauso bolla «le miserie» di Cipriani «direttore di gomma». Annuncia anche di voler diffondere migliaia di copie de L'Ora per mostrare a tutti quel che scriveva e faceva Cipriani «quanto ti ho incocciato a Palermo». Insomma, un attacco durissimo, personale, professionale e morale. Non lascerà indifferenti redattori (ahiloro, nella morsa) e lettori: molti dei quali hanno già preso le distanze dal giornale e dalla svolta a 180 gradi che gli è stata impressa. Con quali sviluppi, ora è tutto da vedere.

http://www.altravoce.net/2007/11/14/strumenti.html

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